Un romanzo crudo e potente tra due lingue e due culture, tra gli anni Settanta e oggi. Un libro vorticoso tra perfezionismo, autolesionismo, menzogna e dipendenze.
«La nascita di una scrittrice che sulla pagina non sbaglia mai misura, se di misura vogliamo parlare.» – Teresa Ciabatti, Corriere della Sera
«Una storia di tremenda potenza.» – Loredana Lipperini
«Un vorticoso e ipnotico viaggio nel dolore, nella follia e nel perfezionismo: imperdibile.» – Alessandra Di Pietro, Elle
«Leggo Costanza Rizzacasa d’Orsogna e mi pare di trovare le parole per tutto quello che mi ha fatto e mi fa davvero male.» – Chiara Gamberale
«Non c’è un problema che un farmaco non curi, mamma lo dice sempre. A casa nostra non si parla, si prendono medicine. Così lei mi dà il Dulcolax ogni sera perché sono una bambina grassa. Due compresse, quattro, otto. E io non so che legame ci sia tra il Dulcolax e una bambina grassa, visto che non dimagrisco…»
C’è un peso che non si può perdere, anche quando l’hai perso tutto. Matilde lo
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