Il vero titolo di questa raccolta avrebbe dovuto essere il suo sottotitolo, ovvero “scritti occasionali”. La virtù di uno scritto_x000D_
occasionale è data dal fatto che di solito l’autore non pensava affatto di doversi occupare di un certo argomento ma vi è stato spinto dall’invito a una serie di conversazioni o saggi a tema, che lo hanno indotto a riflettere su qualcosa che avrebbe_x000D_
altrimenti trascurato. Ed ecco qui una serie di variazioni talora impegnate e talora divertite su temi come l’Assoluto, il Fuoco,_x000D_
il perché piangiamo sulla sorte di Anna Karenina, le astronomie immaginarie, i tesori delle cattedrali, le Isole Perdute, Victor Hugo e i suoi eccessi, le veline, il meccanismo dell’agnizione nel romanzo_x000D_
d’appendice, la fortuna o sfortuna di Joyce nell’epoca fascista, eccetera. Tuttavia, che il titolo dell’insieme sia stato desunto dal primo scritto non è casuale, perché alla costruzione del Nemico l’autore si è appena dedicato nel suo ultimo romanzo, Il cimitero di Praga, né questo meccanismo perverso si è ancora arrestato perché, per tenere i popoli a freno, di nemici bisogna sempre inventarne, e dipingerli in modo che suscitino paura e ripugnanza.
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